Lo sapevi che l’origine della parola ‘’materasso’’ risale al Medioevo?

Deriva dall’arabo مطرح (“matrah”) e significa “gettarsi” e/o “posarsi su”.

Infatti, gli Arabi, ai tempi delle crociate, diffusero una nuova usanza: dormire su grandi cuscini, imbottiti di lana o crine di animale, appoggiati direttamente sul terreno, sostituendo gradualmente il pagliericcio; in particolare, l’imbottitura era realizzata con piante acquatiche, ad esempio, falasco e giunco, e piante cespugliose, come la Cryptocarya woodii, che ha la proprietà di allontanare gli insetti.

Nacque così una nuova professione: quella dei materassai, ovvero, persone che sostituivano, almeno una volta all’anno, le imbottiture di questi enormi sacchi per dormire. Il contenuto era poi lavato, fatto asciugare e cardato, per poter essere nuovamente inserito.

A partire dall’800, si sperimentarono, però, molte altre tecniche per imbottire i materassi. Ad esempio, un medico scozzese, Sir James Paget (1814-99), testò con successo il materasso ad acqua, curando le piaghe da decubito di alcuni malati.

Successivamente, un’azienda produttrice di pneumatici, fondata da John Boyd Dunlop, ideò il materasso di lattice, che permette di adattarsi alle curve del corpo, riducendo, in maniera considerevole, la formazione di polvere al suo interno.

La schiuma viscoelastica (memory foam), invece, è stata sviluppata per la prima volta dalla Nasa.

Nasce come una sorta di ammortizzatore nelle navette aerospaziali, durante gli anni ’70, per proteggere gli astronauti durante la fase di decollo e rientro dalle missioni, offrendo un supporto aggiuntivo (confortevole ed ergonomico) contro l’alta pressione della forza G.

Dato il suo potenziale, quando il brevetto fu reso pubblico negli anni ’80, il memory foam trovò applicazione nella produzione dei materassi.

Condividi: